CaravanSerraglio

La parte migliore di me

L'Orto degli Ananassi/Teatro della Brigata (2015)

"Lei ha qualcosa che non riesce a perdonarsi, lui ha qualcosa da nascondere"

Attraverso un confronto commovente e rocambolesco tra un’integerrima assistente sociale, alle prese con il suo primo incarico al rientro da un periodo di pausa forzata, e uno sperduto padre separato, in piena fase di “ristrutturazione emo-tiva”, si assisterà ad un incontrarsi e ad un riconoscersi, per scoprire che tra la prassi e le eccezioni, c’è un filo che ci lega tutti: quello del bisogno del sentirsi accolti e dell’imparare a lasciarsi accogliere.

Da qualche anno si è fatta sempre più evidente una nuova determinazione, una presa di coscienza sociale, che potremmo identificare come quella dei “padri separati”. Uomini che, dopo una più o meno burrascosa esperienza di separazione, sono costretti nella maggior parte dei casi, ad abbandonare il tetto coniugale, trovandosi a dover affrontare repentini cambi di equilibri di natura affettiva, sociale ed economica.

Partendo da un lavoro di interviste fatte ad alcuni protagonisti di vicende analoghe, tra i quali gli ospiti del Residence dei Babbi, attivato due anni fa dal Comune di Rimini e uno scrupoloso lavoro di documentazione sulle prassi e le normative in tema di affidamento di minori, lo spettacolo vuole osservare da vicino quello che è diventato uno dei disagi simbolo della nostra generazione, tentando di porsi degli interrogativi su una questione che crediamo sostanziale, ovvero: l’assenza di prospettive data dalla rottura degli argini col vecchio modello di famiglia.

"E te che cosa gli rispondi? Che il timone ci provi tutti i giorni a tenerlo dritto,
ma che se attorno c’è solo mare mosso...
E poi i dobloni, quando anche ci sono, quelli per contarli bastano giusto le
dita della mano...Lo stringi forte, no quasi a fargli mancare il fiato e dentro
di te ringrazi...Vorresti che sapesse che è lui la sola cosa al mondo che ti
dà la forza per andare avanti, ma mica glielo dici... Mica vuoi che pensi che
sei un debole, che ti considera un fallito
...Già c’è chi glielo ricorda tutti i giorni... Non è proprio il caso di farsi vedere
in difficoltà. Lui vede che non giochi più, si scoccia un po’
e corre verso gli amichetti suoi, con quel giubbottino di due taglie sopra
comprato dalla nonna “che è sempre meglio un po’ più grande,
per quanto svelti crescono” e pensi...
Ma come ce la faccio io a tirarti su?"

Galleria fotografica

con

Ilaria Di Luca e Andrea Gambuzza

Regia
Ilaria Di Luca e Andrea Gambuzza

Costumi
Blender
Scene e Luci
Lucio Diana
Ambienti Sonori
Giorgio De Santis
Fotografie di Scena
Paolo Signorini

Linguaggi

Teatro d'attore
Responsabile tecnico
Andrea Gambuzza

Responsabile della Distribuzione
Marianna Marzi